Mario Giovagnoli – su "Ricordo della Stele di Axum":

L’intervento proposto da Valter Vari tende ad evidenziare l’ineluttabile processo di stratificazione che caratterizza la storia.
Vista la necessità di restituire all’Etiopia la stele di Axum, sembra opportuno all’artista che lo spazio lasciato vuoto dall’asportazione venga in qualche modo integrato dal ricordo della stessa. L’idea progettuale consiste nella materializzazione della Memoria attraverso la creazione di una figura negativa ottenuta dallo skyline della stele: in questo modo, nel pensiero dei romani non rimarrà soltanto un ricordo di essa, ma una testimonianza tangibile destinata a durare nel tempo. Come il restauratore reintegra le antiche pitture con un segno neutro (il rigatino del restauro) ricostruendo così l’unità d’immagine, così lo skyline negativo reintegra l’immagine storicizzata della stele, ma senza falsificare l’opera.
La struttura dovrà apparire ‘neutra’, ‘fasciata’ da grosse panneggiature che esprimano l’intento di avvolgere il vuoto che la stele ha lasciato; a tale scopo verrà utilizzato un rivestimento in travertino, che astrattamente ricordi il panneggio classico, inserito su una struttura in cemento armato portante.